YES,
WE CAN CHANGE THE WORLD.
Adesso è il momento decisivo per agire, abbiamo poco tempo per invertire la rotta, ce la possiamo fare ma ciò richiede uno sforzo senza precedenti da parte di tutti. La decisione del singolo non si avvertirà, ma la somma di milioni di decisioni sì.
Dobbiamo imparare a sentirci coinvolti in un’impresa collettiva e impegnarci nel proteggerci a vicenda dai rischi, ricostruendo un “noi”, un senso di ciò che siamo come cittadini e di ciò che dobbiamo gli uni agli altri. Un movimento “dal basso”, una grande ola, un’ondata di azione collettiva per ispirare buoni propositi.
Ebbene, che cosa possiamo fare? Quanti piccoli gesti possiamo compiere per salvare la Terra?
La rivoluzione verde comincia dal gesto del singolo proprio con le scelte di tutti i giorni, introducendo nuove abitudini a difesa dell’ambiente. Per ridurre l’impatto, impariamo a gestire i nostri comportamenti in rapporto agli ecosistemi, iniziamo a cambiare le abitudini quotidiane in funzione della tutela di un bene più grande rispetto alle singole esigenze individuali.
Possiamo cogliere ogni piccola opportunità per fare la differenza. Non resta che darsi da fare personalmente ideando soluzioni individuali per ridurre il nuovo demone, adottando uno stile di vita più sostenibile.
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PLEASE
REDUCE, RE-USE AND RECYCLE.
Che fare? Limitare i consumi di energia, materie prime, carne, gli sprechi. Occorre trasformare radicalmente la maniera in cui viviamo cominciando dai modi in cui produciamo il cibo, lo trasportiamo, lo consumiamo, i materiali di cui necessitiamo e come in genere ci rapportiamo alla natura. Solo con una azione responsabile e virtuosa dal basso si può affrontare il problema, seguendo uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente, basato sulla prevenzione, sulla riduzione, sul riuso e sul riciclo ed ispirando l’azione negli altri.
Combattiamo lo spreco idrico e energetico promuovendone un uso efficiente.
L’acqua potabile è una risorsa limitata. Una persona su quattro nel mondo non ha accesso a fonti idriche sicure. I condizionatori da soli, consumano il 10% dell’energia elettrica globale e inquinano e surriscaldano l’ambiente perché per raffreddare utilizzano un motore che sottraendo calore agli ambienti interni riversa aria infuocata all’esterno degli edifici sulle strade. Una spirale che triplicherà il numero di condizionatori nei prossimi trent’anni.
Stiamo attenti a non produrre microplastiche derivanti dal lavaggio di capi sintetici.
Circa un terzo delle microplastiche rilasciate nelle acque arriva dai capi sintetici che laviamo in lavatrice (le maglie in tessuto misto poliestere e cotone o modal sono di gran lunga le più inquinanti. Una felpa di pile rilascia fino a 250mila microfibre che possono risalire la catena alimentare. E’ emerso che i lavaggi alle alte temperature rilasciano più particelle mentre usare l’ammorbidente riduce il problema fino al 35%). Nelle prove fatte in laboratorio si è verificato che i detersivi in polvere rilasciano quattro volte più microplastiche di quelli liquidi.
Che cosa mangio? Cambiamento climatico e bilancia sono strettamente correlati. Tutti dovremmo mangiare meno carne (e latticini, e uova). Il nostro esame di coscienza green dovrebbe condurci ad un’alimentazione a km zero, pesce locale, più vegetali e frutta, la cui coltivazione ha basse emissioni di carbonio (153 gr. per un chilo di verdure), fa bene alla salute e anche al clima, e poco consumo di carne (13.300 gr. di CO2 per un chilo di carne).
L’allevamento ha un’incidenza altissima sulle emissioni di gas serra (tra il 14,5 e il 51 % di quelle globali annue, a seconda delle fonti).
Circa 815 milioni di persone nel mondo soffrono la fame mentre noi a livello globale sprechiamo un terzo del cibo prodotto gettando nella pattumiera 1,3 miliardi di tonnellate di cibo di cui 88mln di tonnellate sprecate ogni anno solo in Europa e 6 milioni di tonnellate in Italia. Questo spreco di cibo che durante la decomposizione produce nuove emissioni aumenta ogni anno dell’8% l’effetto serra.
Non possiamo stare alla finestra, dobbiamo diventare parte attiva, paladini di una lotta allo spreco di cibo rendendoci conto del volume eccessivo delle scorte alimentari in casa. Occorre comprare meno cibo e non riempire troppo il frigorifero.
Deplastifichiamo con poco usa-e-getta, pochi imballaggi e molta creatività.
Differenziamo la spazzatura e non buttiamo tutto come capita.
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THINK TWICE
BEFORE YOU BUY SOMETHING.
Prima di tutto fermiamoci a riflettere su ogni nostro acquisto: tutto ciò che non è destinato a essere usato a lungo, costituisce un problema ambientale. Riconsideriamo ogni nostra scelta alla luce della climate action: a casa, in tavola, sulle strade tutti i giorni ognuno di noi può fare la sua parte.
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SPEND MORE TIME IN NATURE
Il legame tra salute mentale e ambiente. Essere lontani dalla natura, vivere nella giungla di cemento di una città, può dare problemi psicologici. Una cura arriva dal Giappone: si chiama shinrin-yoku, “bagno nella foresta”.
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GREEN IS THE NEW BLACK